Finalmente disponibile per i tipi di Idrovolante Edizioni il volume Alessandro Blasetti —Il padre dimenticato del cinema italiano, biografia che racconta l’avventura cinematografica e umana di uno straordinario artista ormai dimenticato, provando a restituirgli il suo ruolo nel definire il panorama del cinema (e televisione) italiano.
Padre del neorealismo e non solo
Il ruolo di Blasetti è ormai miseramente ricordato solo come quello di anticipatore del neorealismo, grazie a film come 1860 e 4 passi fra le nuvole. Certo Blasetti anticipò (e quasi inventò) il neorealismo in più di un’occasione; tra l’altro nelle anticipazioni neorealiste del regista non bisogna dimenticare il fascistissimo Vecchia guardia, che tra preminenza delle esterne e ragazzino co-protagonista definisce alcuni stilemi del futuro filone.
Ma la visione cinematografica di Blasetti va ben oltre il neorealismo. Innanzitutto l’elemento creativo-industriale, diventando artefice della rinascita del cinema italiano nel primo e secondo dopoguerra. Se Cinecittà dopo la guerra divenne l’Hollywood sul Tevere grazie ai peplum lo si deve a un kolossal come Fabiola del 1949: che Blasetti concepì proprio per rilanciare il cinema italiano con una grande produzione internazionale. Kolossal fatto di scenografie imponenti e costumi per centinaia di comparse un obiettivo “industriale” a cui il solo neorealismo non avrebbe potuto ambire.
E Fabiola, ironia della sorte, fu un Kolossal “anomalo”: girato non a Cinecittà, ancora campo per sfollati ed esuli istriani, ma nel teatro di posa del Centro Sperimentale di Cinematografia. Istituzione che deve la sua nascita proprio a Blasetti, che è tra i promotori della Scuola Nazionale di Cinematografia, primo nucleo del Centro Sperimentale dove pure insegnerà per molti anni a seguire. Come sottolineamo nel volume Blasetti è ricordato al CSC sia nei cinegiornali Luce del Fascismo che nelle “Settimana Incom” postbelliche.
Talenti e coppie celebri
E proprio al CSC Alessandro Blasetti sarà scopritore di talenti come Piero Germi e Alida Valli. Mentre sullo schermo creerà coppie celebri come Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida nell’episodio Il processo di Frine del film a episodi Altri tempi. E nei due film Peccato che sia una canaglia e La fortuna di essere donna quella con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Diventando con queste opere da già precursore del neorealismo anche colui che di fatto definisce alcuni canoni della commedia all’italiana.
Coppie sul grande schermo e coppie nella vita. Sarà artefice anche di due amori tragici nati sul set, quello tra Luisa Ferida e Osvaldo Talenti e quello tra Henry Vidal e Michèle Morgan sul set di Fabiola.
Una vita di contrasti: dalla propaganda fascista alla Rai
Alessandro Blasetti fu un fascista della prima ora, per un breve periodo anche critico di operetta e cinema a L’Impero, il fascistissimo giornale dei futuristi Carli e Settimelli, diventando poi una delle figure chiave del cinema del Ventennio. Fascista di primo piano al netto dei rapporti conflittuali con il “fascismo cinematografico” rappresentato da Luigi Freddi, il dominus di Cinecittà, e Galeazzo Ciano, che mal tolleravano la libertà di azione e la visione di una propaganda indiretta di una mente libera come quella di Blasetti.
Nonostante la vicinanza al Regime nel dopoguerra non compirà nessuna abiura, ma continuerà a lavorare nel solco di una sperimentazione cinematografica di temi e generi. Diventando anche uno dei primi registi a fare un passo ancora inconcepibile negli anni ’60: dal cinema alla televisione.
Uno dei tanti apparenti contrasti della sua vita. Cineasta cattolico apprezzato dalla stampa cattolica, ma anche il primo a rendere popolare le nudità sul grande schermo. Dai seni nudi di tante comparse a quelli dell’attrice protagonista: Clara Calamai ne La cena delle beffe.
Alessandro Blasetti un anticipatore
Alessandro Blasetti non fu quindi solo il precursore del neorealismo, della commedia all’italiana o dell’autorialità in televisione. Fu anche sperimentatore e anticipatore di generi, da low fantasy de La corona di Ferro che sembra anticipare Il trono di spade, alla fantascienza distopica televisiva con Racconti di fantascienza, che partendo dall’esperienza di Ai confini della realtà immagina un formato alla Black Mirror.
Fu anche tra i primi maestri dei piani sequenza, facendoli diventare da virtuosismi tecnici anche elementi narrativi. Ed esplorò praticamente tutti i generi cinematografici. La stessa La cena delle beffe per le modifiche rispetto al testo teatrale di Sem Benelli e alcune scelte di regia più che una tarda riproposizione della tragedia di vendetta elisabettiana sembra anticipare i moderni revenge movie.
La sfida di raccontare Alessandro Blasetti
Eppure nonostante il ruolo determinante nel definire il cinema italiano la figura storica di Alessandro Blasetti sembrava destinata all’oblio. L’unica biografia di una certa diffusione quella di Gianfranco Gori del 1983, di sole 124 pagine. Invecchiata anche perché non teneva conto di alcuni film recuperati nel corso degli anni. Poi il coevo volume curato da Franco Prono che raccoglieva gli articoli vergati da Alessandro Blasetti negli anni e che raccontavano la “sua” storia.
Unico lavoro più recente il monumentale volume del Centenario della nascita di Alessandro Blasetti: A. Blasetti – 1900 – 2000. Lavoro monumentale e costituito da una raccolta di saggi di livello. Saggi pure, talvolta, non scevri da una visione storico-ideologica volta a rimanere nei binari prefissati di una certa narrazione, al netto di altri riscontri storici che potrebbero porre altri punti di vista.
Come la questione della narrazione dell’elemento squadrista del fascismo delle origini nella fase post-1933. Elemento con cui si giustifica l’antipatia del regime per Vecchia guardia, e su cui calcano la mano nelle narrazioni postbelliche sia Blasetti che Freddi.
Un elemento che vive più di vulgata che di riscontri (vedasi anche la questione sul coevo I Cavalieri della Montagna di Sandro Prada, da poco ripubblicato dai tipi di Aspis) e che rappresentava uno degli argomenti su cui era necessario fare luce nella nuova biografia dedicata ad Alessandro Blasetti.
Le occasioni mancante: Don Camillo e Scipione
Elementi che si sono potuti approfondire grazie all’analisi della stampa del periodo, elemento spesso sottovalutato nelle ricerche storiche. Altre vicende su cui fare luce i due “film mancati” più noti di Blasetti: lo Scipione l’Africano poi realizzato da Gallone, e soprattutto, il Don Camillo da Guareschi. E proprio su Don Camillo, su cui pure esiste una significativa bibliografia, si tendeva a derubricare la vicenda del film mancato al mero spauracchio del PCI (come per Vittorio De Sica, altro regista contattato dalla produzione). Dimenticando le vicissitudini del film Gente Così co-sceneggiato da Guareschi mentre Blasetti era in trattativa per il Don Camillo.
In questo caso è stato possibile raccontare le vicende (e le idee) su Don Camillo e Scipione grazie ai documenti dell’Fondo archivistico Alessandro Blasetti custodito presso la Cineteca di Bologna.
Altro progetto non realizzato di cui si dà ampio spazio nel volume è Locomotiva 6852, film ad alt budget che Blasetti immaginava per celebrare il decennale della marcia su Roma e a cui rinuncerà in favore del più spartano Vecchia guardia. E la cui vicenda è fondamentale per comprendere meglio la genesi dello spettacolo teatrale di massa 18BL.
Bibliografia, giornali e ricerca d’archivio
Il volume Alessandro Blasetti —Il padre dimenticato del cinema italiano è quindi il frutto dell’analisi (e comparazione) di tutta la bibliografia disponibile sull’argomento. Di una ricerca d’archivio su alcuni elementi che possono essere considerati snodi fondamentali della carriera del regista romano e che in passato non avevano ricevuto attenzione. E infine una verifica di prima mano dai giornali d’epoca per meglio inquadrare altri aspetti che nel corso degli anni erano stati via via camuffati od oscurati dalla sedimentazione di memorialistica e narrazioni. Il tutto cercando di mantenere un taglio adatto anche al lettore generalista, non mancando di approfondire anche il contesto storico in cui si muove Alessandro Blasetti e la sua opera.
Di seguito l’anteprima del volume sul canale YouTube L’Orizzonte degli Eventi.